L’ UOVO CENTENARIO, parte della tradizione gastronomica cinese

Hai mai assaggiato un uovo vecchio di 100 anni? Ecco il Pidan!

Il pidàn, anche detto appunto uovo centenario, è una ricetta tradizionale cinese che consiste nel far fermentare un uovo di anatra (raramente vengono utilizzate anche uova di gallina o quaglia) in una soluzione di acqua, sale, carbone e ossido di calcio per cento giorni.

Una volta fermentato, viene intriso con un infuso di tè, calce, cenere, sale e creta e se il guscio viene dissolto (totalmente o in gran parte) dalla soluzione salina, l’albume si trasforma in una massa ambrata e gelatinosa, mentre il tuorlo assume una colorazione verde scuro che ricorda la muffa, tendente al nero.

uovo-centeraioPer quanto possa essere difficile distaccarsi da quello che il nostro cervello ci spinge a pensare riguardo al cibo, quando si mette in bocca un pezzo di pidàn ci si rende conto che il sapore è squisito.

Nonostante il suo aspetto, chi l’ha assaggiato conferma il suo ottimo sapore.

Fino a pochi anni fa, l’importazione in Europa di queste uova era vietata (se si cerca “uovo centenario” su Google si trovano diversi articoli su sequestri da parte dei Nas) ma negli ultimi anni si sono diffuse legalmente anche in Italia. Si possono trovare nei ristoranti, serviti con contorni di lusso, o in confezioni da sei a un euro a uovo.

“La tradizione vuole che la produzione delle uova centenarie sia iniziata al tempo della dinastia Ming (1368-1644) nella provincia di Hunan, dove un abitante scoprì delle uova d’anatra in una pozza di calce rimasta dalla costruzione della sua casa due mesi prima. Dopo aver assaggiato le uova, decise che erano così buone che doveva farne altre.” (da China Daily)

Come mangiarlo?pidan

L’uovo centenario rappresenta lo street food per eccellenza della cucina asiatica: viene consumato così al naturale o, in alternativa, insieme a tofu, zenzero e salsa di soia. In Europa invece il suo utilizzo è molto semplice: come mangereste un qualsiasi altro uovo sodo; in insalata, per esempio, o tagliato a fette con dell’ottimo riso bianco. Può essere servito come antipasto o aperitivo; spesso viene infatti consumato da solo, in purezza. Noi consigliamo di provarlo con tartufo bianco Nero di Cognaro per un tocco di raffinatezza in più.

In alternativa, il suo sapore intenso può essere l’ideale per arricchire una zuppa o accompagnare verdure fermentate.

Logo del Nero di Cognaro
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